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  • Immagine del redattoreSebastiano Michelotti

La letteratura dell'untore

Aggiornamento: 21 mag 2020



In questi mesi di sconcertante crisi vediamo manifestarsi quelle dinamiche che in un sistema - sociale, politico ed economico - rimangono nascoste nei momenti di apparente normalità e che sono sintomo di una crisi identitaria della società molto più profonda. Qualcosa non funziona, questo è poco ma sicuro.


Uno di questi sintomi è la cosiddetta "letteratura dell'untore" orientata ad attribuire una enorme responsabilità alle singole persone, definendole untrici della società. Una vera e propria media literacy che ha assaltato le narrazioni sin dal primo giorno di lockdown a tal punto da entrare anche nella normale interlocuzione collettiva con una facilità quasi preoccupante.


Siamo partiti con gli anziani sotto casa, additati come pericolosi brigatisti attentatori alla salute pubblica. Poi siamo passati ai corridori: gente sul balcone appostata sperando di poter scovare qualche runner con il proprio cellulare, urlargli qualcosa a caso e pubblicare tutto sui propri social. E tutti “bravo”, “fatto bene” e via così. Siamo arrivati anche ad inseguire un corridore solitario sulla spiaggia con un elicottero della guardia di finanza in diretta televisiva, come si fa con gli assassini che evadono. Addirittura, poco prima di Pasqua, si è levata qualche voce contro i bambini che escono con i genitori. Per fortuna è durata poco.


Lockdown? Istat smentisce: “Oltre metà degli italiani al lavoro”

Colpevolizzare i cittadini e trasformare una crisi sanitaria in un affare di ordine pubblico è la macabra magia di questo tempo in cui si insiste con la narrazione tossica del corridore sulla spiaggia come responsabile unico dei contagi fingendo di non sapere, insistendo nel non voler vedere.


Perché mentre ci facevano credere che le curve dei contagi potessero essere influenzate da una passeggiata con il cane il 55,7% dei lavoratori italiani, ci dice ISTAT, continuava a recarsi in ufficio, in fabbrica o negli ospedali ed a lavorare senza le dovute misure di protezione. Nessun controllo, spesso mancano le mascherine e non è possibile evitare di entrare a stretto contatto con i colleghi, o peggio, con pazienti infetti.

Stiamo parlando di circa 11 milioni di lavoratori. L'Italia era ferma per modo di dire.

Quello che è mancato è un piano reale di prevenzione e riorganizzazione della sicurezza sul lavoro. Giocarsi la carta dell’indisciplina degli italiani come giustificazione dei fallimenti politici è quanto di più a abietto e infantile ci si possa aspettare da una classe dirigente evidentemente non all'altezza.


Però, a suon di dichiarazioni ed interviste, scienziati e politici sono riusciti a farci credere alla storiella della responsabilità personale in un contesto di chiusura totale. Per fortuna ci sono i numeri, i numeri ufficiali del governo.


Gli italiani sono rimasti a casa: oltre 11 milioni di controlli, solo 1% di sanzioni


Il 29 Aprile, secondo i dati ufficiali, sono state controllate 11.389.002 persone e 4.446.555 esercizi/attività. Confrontando i resoconti settimanali del governo al 24 Aprile le sanzioni totali ai cittadini irregolari sono state 124.940 (appena 4105 quelle alle attività).

Parliamo di una percentuale di sanzioni pari all'1,14%. Un numero irrisorio.

I dati parlano chiaro, se la curva del contagio sale, scende o balla la macarena non è colpa del cittadino untore, ma di una discutibile gestione politica. D'altronde, se è vero quanto riporta il Corriere, seguito poi da altre testate, tutte le manovre politiche erano state già decise il 20 Gennaio, quando ancora le conoscenze scientifiche su questo fenomeno erano praticamente zero.



Ad oggi non sappiamo nemmeno l'origine certa di questo virus, se il caldo lo indebolirà, quanti sono i contagiati reali, quanto sopravvive nell'ambiente, o se le mascherine effettivamente funzionano. Non sappiamo ancora praticamente nulla. Figuriamoci se il 20 Gennaio (lo stato di emergenza è stato dichiarato il 31) le decisioni prese potevano essere supportate da una certezza così forte da concepire l'intera piattaforma programmatica dei successivi 3 mesi su base scientifica.


Eppure sono state prese grandi decisioni, ma sono decisioni per lo più politiche. I nostri politici hanno fatto dei tentativi, delle scelte, ma anche parecchi malanni. Solo che invece di riconoscere gli errori, preferiscono scaricare la responsabilità su di te, si proprio te. Tu lì, che ora leggi questo articolo ma prima eri a portare il cane a fare un giro. Sei un untore, allo stremo di un assassino.


Vogliamo parlare di veri assassini? Prendiamocela con la gestione delle RSA

La chiamano "la strage delle RSA", "il genocidio degli anziani". Ha avuto il suo apice soprattutto in Lombardia, dove non bastava la già scandalosa mancanza di supporto ai primi ospedali covid ad Alzano e Nembro su cui la magistratura sta già indagando e nella quali si sono consumati i primi, taciti, focolai di morti.


Durante l’esplosione della pandemia le case di riposo (RSA) non sono state considerate tra le priorità di intervento delle politiche pubbliche, sebbene contengano le categorie più a rischio di tutto questa situazione. Qui, nelle case per anziani, secondo l’Oms si conta quasi un decesso su due dei morti totali da Coronavirus; ma è successo tutto in silenzio, nessuno si è preoccupato di proteggerle.



Sono già state aperte varie inchieste nelle province di tutta italia per "omicidio ed epidemia colposa". Le indagini si concentrano su due punti principali, ossia la mancanza di mascherine e il non aver isolato i pazienti con sintomi sospetti o positivi.


Ma peggio ancora è successo in Lombardia, dove una delibera della giunta - la numero XI/2906, 8 marzo 2020 - chiedeva alle aziende territoriali della sanità (ATS) di individuare nelle case di riposo per anziani strutture autonome per assistere pazienti Covid19 a bassa intensità, come mettere un cerino in un pagliaio. Il fuoco infatti è divampato all'improvviso e l’incendio non si è ancora spento, facendo strage di anziani. Una mattanza tenuta segreta, separata dalla contabilità quotidiana della Protezione civile.


Avete capito? mentre davamo la caccia al temibile corridore solitario migliaia di nonni morivano in silenzio, tutti schiacciati in queste case di riposo come carne da macello. I parenti denunciano già da settimane di non poterci più parlare, nemmeno con le videochiamate. Non sanno se vengono lavati, cambiati, nutriti. Si sa solo che il personale non riesce a seguire tutti.


Ecco perché è stato così fondamentale muoversi sul fronte della fasulla responsabilità individuale nell'andamento dell'epidemia, c'era uno scheletro politico nell'armadio da nascondere. Anzi, migliaia di scheletri.


L'epidemia di multe (non giustificate) in Italia

Il nostro viaggio nella letteratura dell'untore trova forse la sua conclusione nella più vile manifestazione di questa criminale strategia politica. Prima, nell'appurare che il numero di sanzioni è così irrisorio rispetto al numero di controlli da spazzar via ogni accusa, ho tralasciato un fattore al quanto rilevante per dedicargli una sezione a parte.

Siamo sicuri che tutte le multe fatte siano effettivamente giustificate?

Preparatevi perché quello che vi sto per mostrare concluderà la panoramica del quadro, già preoccupante di suo, con un macabro, sconcertante velo di surreale follia.


  • A Livorno una famiglia è stata sanzionata (€350) mentre portava la piccola ad una visita di controllo dopo un trapianto.

  • A Roma, durante una lunga fila in attesa fuori dal supermercato, una signora è stata multata (€280) perché ha deciso di sedersi su una panchina ad aspettare il proprio turno, da sola, indossando guanti e mascherina e sfogliando il giornale che aveva appena comprato.

  • In Toscana una ragazza ha ricevuto una multa perché indossava una tuta da jogging mentre andava regolarmente a fare la spesa.

  • In Sardegna, a Nuoro, due pensionati di cui uno disabile, si sono visti elevare una multa da €900 per essere usciti a fare la spesa. Come se fosse pericoloso uscire con il proprio consorte, persona con la quale, in teoria, trascorriamo anche la quarantena in casa, e che dunque se deve contagiarci lo fa tra le mura domestiche, non di certo mentre siamo al supermercato. Davanti agli agenti l’uomo, disabile, ha avuto un malore.

  • Sempre a Roma, un uomo viene multato (€533) perché va a prendere la pizza dietro casa alla moglie incinta, nonostante l'approvvigionamento alimentare sia permesso dal decreto.

  • Il caso a mio parere più scandaloso è quello di un rider di Deliveroo multato per oltre €530 mentre attraversava un Parco in bicicletta durante il suo regolare turno di lavoro in una attività regolarmente aperta. Nel suo zaino, infatti, c'era la pizza e la birra che doveva consegnare e che ha mostrato alla polizia locale insieme all'ordine in esecuzione, ai documenti di lavoro e all'autocertificazione. Ma niente per i vigili attraversare quel parco è stato un errore fatale.

  • In provincia di Pavia un uomo ha ricevuto una sanzione perché si è messo in viaggio per andare a trovare il padre in punto di morte, cosa permessa dall'inderogabile legge n.104 per assistere un familiare in stato terminale. La multa è stata infine revocata dopo il suo ricorso.

  • Concludo con un caso surreale verificatosi in Lazio, dove un signore di 80 anni, sordomuto dall'età di 15 anni, ha ricevuto una multa di €400 mentre andava in farmacia (cosa assolutamente permessa). Il motivo? Si sarebbe fermato troppo a lungo davanti agli annunci mortuari e non avrebbe risposto alle parole dei Carabinieri che lo chiamavano da dietro. L'anziano si è accorto di quanto stesse accadendo solo quando gli agenti gli hanno consegnato in mano il verbale della multa. Vi lascio il video di questo povero signore qui sotto.



Potrei andare avanti mesi ad elencare casi surreali di questo tipo. Ora spero di esser riuscito in qualche modo a spazzar via quella credenza, così intrinseca nell'immaginario collettivo, per cui noi cittadini siamo i veri colpevoli di questa pandemia. Spero di aver trasmesso il modo in cui veniamo usati come coperture per delle gravi responsabilità e mancanze politico-istituzionali e la violenza con cui ciò avviene.


Fatemelo sapere nei commenti di questo articolo o sui miei profili social, che trovate in fondo a questa pagina o nella sezione contatti.


 
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