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  • Immagine del redattoreSebastiano Michelotti

Il bicchiere mezzo pieno ai tempi del Coronavirus

Aggiornamento: 14 mar 2020



Per combattere la psicosi e la paura serve forse valutare anche il bicchiere mezzo pieno, trovare degli aspetti positivi da cui, domani, ripartire.


Siamo tutti umani

Il Coronavirus ha svegliato i primitivi istinti degli italiani, da tempo celati da una placida ipocrisia. "Non mi importa se scappano dalla guerra, questi barbari devono stare a casa loro!". Facile fare i razzisti con la libertà degli altri. Ma poi, presi da un panico al quanto virale, in poche ore sono emigrati tutti dalla zona rossa milanese.


Per quanto in questo caso sia stata una cosa sbagliata, siamo tutti umani, abbiamo tutti paura. Che questo ci serva di lezione per comprendere le difficoltà di chi scappa dalle bombe, dalla fame, dalla sofferenza. Siamo tutti umani.


Fortunatamente un nuovo spirito di comunità sta timidamente nascendo. Non il solito populismo da bar, dove con "prima gli italiani" ognuno pensa in realtà al suo piccolo orticello. Le barriere ideologiche, sociali e politiche si stanno (con qualche eccezione) piano piano superando per far fronte ad un problema che comune.


La crisi del sistema sanitario

Un campanello si è finalmente riacceso sulla grave situazione in cui versa la sanità pubblica. In una emergenza i nodi vengono finalmente al pettine, e il sistema liberista subisce la prova del nove.


Non esiste clinica privata che possa garantire la salvaguardia a tutti i cittadini in casi come questi. Il motivo è semplicemente che queste situazioni sono rare e non fruttano nessun profitto. Sono anzi grosse spese che ti pongono di fronte al problema di salvare delle vite umane, indipendentemente dal fatto che ti possano pagare o meno.


Purtroppo il nostro sistema sanitario nazionale in questi anni ha subito tagli per miliardi e miliardi di euro, con leggi sempre più a favore della privatizzazione di questo diritto fondamentale. Nel momento del bisogno però, i depotenziamenti si sono fatti sentire e ad oggi si rischia di dover scegliere tra chi curare e chi lasciare al proprio destino.


Globalizzazione e sfruttamento allo sbando

Il corporativismo, ovvero la tendenza globale del sistema di farsi gestire dalle multinazionali (Corporation), sta subendo un grande back-fire effects. Questo virus sta impersonando un vero e proprio sciopero dei consumi. La maggior parte dei commerci provenienti dai paesi orientali (sopratutto Cina) si è fermato a causa delle restrizioni imposte per limitare i contagi.


Inoltre le persone, ovvero i consumatori, sono sempre più invitate a stare in casa: questo comporta un abbattimento dei consumi generali sotto ogni aspetto. Come indice basti per esempio pensare che le emissioni globali di CO2 sono calate del 25% in poco più di un mese.


Il problema per le multinazionali è che nel corso degli anni hanno appaltato tutta la loro produzione in paesi come la Cina, dove i diritti dei lavoratori sono nulli, garantendo così una massimizzazione dei profitti. In questi mesi hanno però visto il loro sistema, che fino a prima portava guadagni incalcolabili gravando sulle spalle di poveracci sfruttati disumanamente, collassare sulle loro impeccabili scrivanie.


Gli Usa, paladini degli interessi delle multinazionali, assorbono da soli il 18% dell’intero export di cinese e in questi mesi le loro Corporation hanno preso drastiche misure per riportare la produzione in territori nazionali, sottostando alle più umane e meno convenienti leggi sul lavoro degli Stati Uniti.


Che questo possa essere l'inizio di un punto di svolta?


La percezione dell'emergenza

Le persone stanno riscoprendo, ahimè, cosa vuol dire vivere una situazione di emergenza. Il peso delle rinunce, la paura per un futuro incerto, la preoccupazione per i propri cari e la necessità di un impegno deciso e determinato delle istituzioni.


Il Coronavirus riguarda il nostro presente, ma in futuro saremo costretti ad affrontare una crisi ben peggiore di questa, che comporterebbe un collasso dell'intero sistema globale. La crisi climatica deve essere affrontata da subito come la più grande emergenza con cui l'umanità si sia mai confrontata. La posta in gioco è immensamente più grande di qualche settimana di quarantena a casa.


In conclusione

È fondamentale sapersi rialzare dalle situazioni di difficoltà, facendo tesoro degli errori e sfruttando i punti a nostro vantaggio. È importante rimanere positivi e sforzarci di esserlo anche laddove sembra impossibile. Dobbiamo mantenere ardente nei nostri cuori la voglia di vivere, la speranza in un futuro migliore e la forza di lottare per esso.


"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" (M. Gandhi)
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