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  • Immagine del redattoreSebastiano Michelotti

Il gioco dei due Matteo. Caso Open Arms: un Matteo salva l'altro

Aggiornamento: 29 mag 2020



Bisogna dirlo: la politica italiana ha qualcosa di gustosamente melodrammatico. È un’opera comica con sfumature surrealiste e rifiniture barocche. Purtroppo però non siamo a teatro, siamo nella vita reale, in un momento in cui le persone hanno bisogno di serietà e contezza. Non di giochetti da circo.


Ieri mattina la giunta per le immunità del Senato ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere per processare Matteo Salvini per il riprovevole caso della Open Arms. Ricordiamo che i senatori godono dell immunità e per portarli al processo tale giunta, su votazione, deve concedere il permesso.


Salvini lo sa bene, visto che è già sotto processo per altri due casi di “sequestro di persona”, quello Gregoretti, rinviato a Novembre causa Covid-19, e quello Diciotti, respinto solo per non far cadere il governo di cui Salvini era ancora ministro (tanto poi ci pensò lui stesso).


 

Tutto quello che c’è da sapere sul caso Open Arms - Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale.

 

Come mai questa volta non si è portato a processo un individuo che, travestito da ministro degli interni, faceva i sui sporchi giochi politici seduto sulla poltrona di qualche talk show (visto che al Viminale non c’è quasi mai andato) sulla pelle di 150 persone che necessitavano urgente aiuto bloccate su una nave di una ONG spagnola? Indovinate un po’, Renzi’s back.


Italia Viva si astiene dalla votazione perché non ritiene Salvini “l’unico responsabile”, e questo risulta decisivo per la votazione della giunta. Un colpo teatrale che svela i machiavellici giochi renziani che prima, quando le opposizioni presentarono la sfiducia al ministro Bonafede, si spende con un valoroso discorso sostenendo di essere dalla parte del governo e di voler mantenere compatta la maggioranza. Ma poi per far capire a Conte che lo deve ancora temere salva in angolo il l'omonimo Salvini dalla gogna dei suoi peccati.


Mai credere alla parola di un politico, soprattutto quando la esprime con forte convinzione. Ricordiamoci che Renzi stesso, il 23 gennaio, aveva dichiarato con un Twitter: «È una cosa schifosa che Salvini abbia tenuto in mare dei poveri disgraziati», affermandosi pienamente d'accordo a processarlo per il caso Gregoretti.



Le nostre vite sono in bilico di un sottilissimo filo, tra le mani di individui capaci di tutto (anche di far cadere il governo in un momento del genere) pur di salire al potere. Renzi freme di trasformare il parlamento in una gigantesca Leopolda e Salvini ha fretta di affermarsi sulla poltrona prima che i sondaggi calino troppo e che la sua (ex) valletta Meloni lo superi. O addirittura che Zaia, lo scalpitante governatore del Veneto, lo spodesti dalla guida del partito, cosa al quanto plausibile visti i numeri dei sondaggi.


Purtroppo la scusa non regge: Salvini, in quanto ministro, è l’unico responsabile della decisione di trattenere quelle persone in mare aperto. E anche se così non fosse, da quando per processare qualcuno si aspetta di scovare tutta la banda?


Un Matteo che salva l'altro è un classico della letteratura minore di Palazzo (Chigi).


 
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