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  • Immagine del redattoreSebastiano Michelotti

Instabilità politica: nuovo virus che fa chiudere le scuole

Aggiornamento: 26 mar 2020


La chiusura delle scuole, fino a metà marzo, è stata una scelta politica, non scientifica. A confermarlo è la

stessa commissione di medici dell'Istituto Superiore di Sanità che il governo ha istituito.


«Mancano le evidenze scientifiche sull'efficacia della chiusura delle scuole ai fini di un contenimento dei contagi da coronavirus», avrebbero espresso all'unanimità gli stessi esperti. Lo stesso Conte dichiara di essersi consapevolmente assunta la responsabilità di tale decisione.


I giornali non mancano poi di manifestare l'irrefrenabile bisogno di scoop eclatanti, diffondendo la notizia prima ancora dell'ufficialità della stessa: «Scuole chiuse fino a metà marzo. L'ufficialità nel pomeriggio» recitava un titolo de La Repubblica.


Ma se non sul parere scientifico, su cosa si dovrebbe basare la politica nelle sue decisioni in casi come questi?


Forse Conte, nella sua determinatezza, teme in fondo la ghigliottina dell'opposizione e cade lui stesso vittima delle decisioni frettolose. Al governo, in effetti, la situazione è al quanto bizzarra: sembra scoppiata una vera e propria epidemia del #viaConte che ha contagiato anche la sua stessa maggioranza. Ognuno è in corsa per la sua poltrona.


Renzi propone di aiutare le banche ad attuare delle sospensioni temporanee sui versamenti dei mutui. (Eh gia, è proprio vero: le vecchie abitudini son dure a morire, vero Matte'?)


Nella sponda sovranista troviamo i soliti "Cavalieri della pizza tonda", che non mancano di farne una questione di orgoglio nazionale. La comunicazione della Meloni arranca su delle scaramucce tra pizzaioli, mentre Salvini al coronavirus dice: «PRIMA GLI ITALIANI!», e poi «Via le tasse in tutta italia per un anno».


Insomma, a fronte di un problema sanitario pare che ogni bandiera colga l'occasione per tirare acqua al suo mulino, e manchi un vero senso di comunità che che unisca le divergenze di ideali e individuare una strategia unica e decisa.


Ecco perché giova creare un emergenza più spaventosa di quello che in realtà è: nella confusione creata dalla paura la massa smette di ragionare ed inizia ad accettare qualsiasi cosa.


Intanto 8,4 milioni di studenti si vedono negare, per una decisione politica e non scientifica, il diritto all'istruzione e diventano le prime vittime di un terribile virus, quello dell'instabilità della politica italiana.

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