top of page
  • Immagine del redattoreSebastiano Michelotti

Afghanistan: il grande bluff di Trump

Aggiornamento: 27 mag 2020



Tutto è bene quel che finisce bene

Ashraf Ghani, ex Banca Mondiale, ha vinto, per la grande gioia di Washington, le elezioni in Afghanistan. Trump si dice soddisfatto: "finalmente abbiamo portato la democrazia in un paese dove regnava il terrore", e annuncia così che ritirerà a breve le decine di migliaia di truppe e mezzi americani, mettendo fine ad una guerra durata 20 anni.


Finalmente è arrivata la pace, i buoni hanno vinto. Gli americani si sono dimostrati i veri cavalieri della libertà, lottando con anima e corpo per portare gli ideali di democrazia e civiltà in tutto il mondo. Tutto è bene quel che finisce bene.


Ma è veramente così?

Le elezioni afghane

Queste elezioni sono state al centro di una campagna di terrore che per un anno ha visto il pugno duro dei talebani scagliarsi sulla popolazione indifesa. Violenti attentati sono stati elaborati per vietare alla popolazione di votare.


Dopo 5 mesi di rinvio e 6 mesi per la conta delle schede causa "problemi tecnici", 1 milione sono state le i voti scartati perché raccolti in modo fraudolento (un voto su tre) e 1,8 milioni quelli validi. Solo 3 milioni di afghani, su 15 milioni aventi diritto e 37 milioni di abitanti, hanno infine votato. Una democrazia per modo di dire.


In sostanza, dopo un’elezione organizzata male e condotta peggio, Ghani avrebbe ricevuto 900mila voti, il 6% degli aventi diritto e il 2,4% dell'intera popolazione (contando quindi anche i minorenni). Questo gli ha garantito comunque il 50,64% dei voti validi, sufficienti per essere eletto presidente.


Instabilità politica

Numeri che parlano di un governo che non controlla il suo territorio perché nelle campagne e in molti centri a comandare sono i gruppi armati per mezzo di violenza e terrore.


Inoltre le fazioni di maggior potere economico del paese, ovvero i signori della guerra rappresentati dallo sfidante (ufficialmente sconfitto) Abdullah Abdullah, non accettano i risultati di queste elezioni e minacciano la costituzione di un governo parallelo, cosa che porterebbe ad un terribile conflitto istituzionale.


Alla fine dei giochi i talebani sono i veri vincitori delle elezioni visto che hanno di fatto impedito il voto all’80% degli aventi diritto. Ora stanno trattando con Washington sulla loro partecipazione al potere afghano quando e se le truppe americane si saranno ritirate. Senza passare da un qualunque processo più o meno democratico, i talebani hanno conquistato con le armi e gli attentati tutte le possibilità di vedersi riconosciuto un ruolo almeno altrettanto importante di quello del presidente eletto.


Una falsa vittoria, una falsa libertà

L'Afghanistan rimane così un Paese diviso in tre:

  • Le città presumibilmente sotto il controllo delle truppe afghane addestrate e stipendiate dagli Stati Uniti resteranno sotto il controllo di Ghani.

  • Le aree a Nord del Paese, attorno a Mazar I Sharif e a Faizabad, si troveranno sotto il controllo dei signori della guerra uzbeki e tajiki che si riconoscono in Abdullah Abdullah.

  • Le aree al Sud, attorno a Khandahar ed Helmand, resteranno sotto controllo talebano.

Parlare di pace in una situazione del genere è impossibile. La guerra e la violenza continuano a portare dolore e sofferenza al popolo afghano ed enormi capitali all'industria bellica.


Ma allora, perché Trump si ritiene così soddisfatto?


La finta pace consentirà al presidente Donald Trump di presentarsi alle elezioni di novembre con in tasca l'adempimento di una delle sue promesse elettorali: la (non, ndr) fine della più lunga guerra della storia americana; un apparente successo diplomatico.

I dubbi

Durante lo studio di queste dinamiche una domanda mi ha tormentato tutto il tempo: "perché?", quali sono i veri interessi che per venti anni hanno mosso le pedine di questa guerra?


La versione main stream per cui "gli americani, portatori degli ideali di libertà nel mondo, dopo l'11 Settembre 2001 decisero di rovesciare i regimi talebani, che (in teoria) ospitavano Bin Laden, e proteggere il mondo dalla minaccia terrorista" non mi quadra. Il terrorismo non è mai fine a se stesso.


Ci dev'essere qualcos'altro, che non appare in superficie, a giustificare i circa 70 miliardi con cui gli Usa sovvenzionano il presidente afghano (per il 50% a favore di esercito e polizia) e una guerra durata 20 anni.


Russia e Cina se ne starebbero invece semplicemente a guardare? Chi c'è dietro i finanziamenti dei talebani o dei Signori della Guerra? Quali sono gli obbiettivi geopolitici delle varie fazioni in Afghanistan?

 
64 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
Post: Blog2_Post
bottom of page